L’odissea di Villa Blanc

Dal 1973 al 2010

Villa Blanc è una delle ultime  ville patrizie superstiti  a Roma. La villa fu costruita nel 1898 dal barone Alberto Blanc, ministro degli esteri del governo Crispi su progetto degli architetti Giacomo Boni ( il famoso archeologo del Foro Romano, sepolto sul Palatino) e Umberto Mora, in stile eclettico con elementi anticipatori dello stile liberty e parti che rievocano modelli medievali e rinascimentali,  con influenze orientaleggianti  e pregevoli manufatti artistici. Include un parco di circa 4 ettari, un palazzo nobiliare di 56 stanze, 19 saloni, terrazze ecc. e altri sette edifici minori per un totale di 26 mila metri cubi. Già dal 1922 il Ministero della Pubblica Istruzione aveva posto il vincolo di interesse storico e artistico.

La villa nel 1950 fu acquistata dalla Società Generale Immobiliare per 180 milioni di lire e venduta nel 1972 alla Germania Federale – che voleva istallarvi la sua ambasciata – per 3 miliardi di lire. L’Immobiliare aveva fatto rimuovere nel 1954 il vincolo di interesse storico sugli edifici del 1922 e si impegnava nel contratto a rimuovere la destinazione urbanistica di “parco privato vincolato” che impediva nuove costruzioni. La prospettiva che uno dei pochi spazi verdi venisse definitivamente alienato e distrutto – a seguito di una proposta di delibera della giunta comunale che permetteva alla Germania di demolire e ricostruire – provocò una  autentica insurrezione cittadina ( comitato di quartiere, circoscrizione e associazioni ambientaliste con Italia Nostra in testa, ma anche molte accademie di paesi esteri a Roma nonché illustri esponenti della cultura tedesca a Roma). Si ottenne allora il risultato auspicato : nel maggio 1974 il Comune adottava una variante di piano regolatore da parco privato a parco pubblico  – e quindi destinato all’esproprio – e nel maggio 1976 il ministro dei beni culturali apponeva il vincolo monumentale in base alla legge 1089 del 1939. A seguito della variante, la repubblica Federale di Germania recedette dal contratto

Passano gli anni e il Comune dimentica la villa, che subisce un progressivo degrado. Nel 1992 il Ministro dei beni culturali Alberto Ronchey  esercita il diritto di prelazione per acquistare la villa – per 27 miliardi di lire – al fine di destinare la palazzina nobile come sede del circolo ufficiali, che doveva lasciare Palazzo Barberini. Era prevista comunque l’apertura del parco ai cittadini nelle ore diurne. La congruità della cifra fu però contestata dai verdi Rutelli e Scalia  e il pm Giordano emise avvisi di garanzia per il ministro Ronchey e il ministro delle finanze Goria  nonché ordini di custodia cautelare per il Direttore Generale del Ministero dei Beni Culturali Sisinni , che finì in carcere nell’agosto 1993 insieme ad altri. Nonostante gli ordini di arresto fossero revocati dopo solo alcuni giorni, il ministro Ronchey decise di abbandonare il progetto.

Nel 1997 la villa venne posta in vendita all’asta fallimentare     ed acquistata per 6 miliardi di lire dalla LUISS, in quanto l’allora ministro dei beni culturali Valter Weltroni non esrcitò   il ditritto di prelazione. Nel 2001 – anno in cui iniziò l’attività del Comitato Villa Blanc sotto tale nome – la LUISS  cercò di ottenere  il cambio di destinazione del complesso  ( da verde pubblico a servizi universitari pubblici)  e presentò un suo piano di programma per Villa Blanc che ottenne l’approvazione del Commissario Straordinario al Comune, non ratificata però dalla nuova giunta subentrata al Campidoglio. Nel corso del 2003 il Comitato Villa Blanc presentò  al Comune tramite il Municipio le proposte per il mantenimento della destinazione a verde pubblico e la tutela della integrità del complesso; queste istanze  furono poi recepite   nel piano regolatore del  Comune di Roma del 2008 con la qualifica di “Villa storica” e la destinazione di tutto il complesso ( parco e edifici ) a verde pubblico e servizi pubblici locali ( che nel campo dell’istruzione arrivano fino alla scuola dell’obbligo). 

Vennero avviate trattative con il Comune per la cessione, ma entrarono ben presto in una fase di stallo.

  Nel 2007 entrò nella trattativa la LAMARO appalti con una ipotesi di triangolazione che prevedeva la cessione di villa Blanc al Comune in cambio di aree comunali per la costruzione del un campus alla Bufalotta insieme ad ampliamenti della sede LUISS di via Panama. Questo progetto venne bocciato per l’opposizione del IV Municipio ma anche per la posizione prevalente nel consiglio di amministrazione della LUISS, orientata a espandere l’Università in una zona centrale di Roma, per favorire l’afflusso degli studenti  provenienti da fuori Roma  ed evitare lo spostamento dei professori, già operanti in centro.  Amara conclusione: la LUISS ottenne comunque una nuova sede per la sua Facoltà di Economia, la LAMARO l’edificabilità delle aree della Bufalotta/Porta di Roma e il Comune di Roma non ottenne Villa Blanc.

Dal 2011 a oggi

Nel gennaio 2011 la LUISS ripresentò il progetto del 2001 per la costruzione del campus post-universitario a villa Blanc, che oltre a alterare la destinazione degli immobili, sfigura in particolare il parco della villa e lo sottrae definitivamente alla fruizione del pubblico.

Sono previsti in particolare :  la realizzazione di ben 8 parcheggi interni per oltre  5000 mq e una presenza di 920 persone, la trasformazione delle serre in ristorante e degli edifici minori in foresterie, la trasformazione dei viali interni in strade transitabili alle auto ( per circa altri 5000 mq complessivi)  e la costruzione di  un muro di cinta alto 4 metri.

Le conferenze dei servizi interna ed esterna , convocate per l’esame del progetto, furono chiuse entro agosto 2011, con il parere favorevole sia della Sovrintendenza alla realizzazione dei parcheggi in una villa storica che delle altre autorità convocate, tra cui l’assessorato alla mobilità, che non considerò necessario la realizzazione di una analisi di impatto sul traffico locale .Anche il III Municipio, che pure, nella conferenza  dei servizi interna, aveva sollevato inizialmente il problema della incompatibilità con la destinazione a verde pubblico e a servizi locali, non aveva fatto poi pervenire  la propria opposizione definitiva entro i termini, per cui venne assunto, secondo il principio del silenzio/assenso,  parere favorevole.

Il 18 ottobre 2011 veniva emessa una  semplice “memoria di giunta” (e non quindi una delibera )firmata soltanto dall’Assessore all’Urbanistica,  in cui si riconosceva che la “Business school “ proposta dalla L UISS  rivestiva il carattere di attrezzatura culturale, compresa tra quelle ammissibili dall’articolo 85 comma 1 b delle norme tecniche di attuazione   (NTA) del piano regolatore – che però indica espressamente il limite delle scuole dell’obbligo  per le aree a verde pubblico e servizi locali. mentre l’istruzione universitaria  rientra nelle prescrizioni dell’articolo 83 delle NTA per i progetti di livello urbano. La memoria concludeva dando mandato all’assessore all’Urbanistica a concludere un accordo con la LUISS per la fruizione pubblica del complesso.

Sulla base di questa memoria il 29 novembre 2011 veniva firmata una convenzione fra l’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma Corsini e il Direttore Generale della LUISS Celli, in cui la LUISS   concedeva l’accesso del pubblico al parco nei giorni festivi o comunque di chiusura della attività universitaria, permetteva l’accesso del pubblico a uno dei parcheggi interni ( quello su via Marliano) e si  impegnava a rendere fruibile  un’area riservata nella zona più scoscesa del parco di soli circa 4500 mq per i giochi dei bambini ( interrompendo tra l’altro con una recinzione la unità del parco); il tutto però subordinato alle esigenze, anche di orario , della LUISS.

Sulla base di quest’ultima convenzione, il Dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica del Comune rilasciava alla LUISS in data 21 dicembre 2011 il permesso di costruzione  N° 766.

Contro questo permesso alcuni rappresentanti del Comitato Villa Blanc, l’Associazione Italia Nostra e altri cittadini hanno presentato ricorso al TAR del Lazio in data 22 maggio 2012 contestando la procedura seguita per la approvazione di un progetto non compatibile con la destinazione del Piano Regolatore di Roma a verde pubblico e servizi pubblici di livello locale nonché con i vincoli imposti sul complesso (*) e riaffermando la continuità della battaglia ideale portata avanti dai cittadini per oltre 40 anni per l’acquisizione pubblica dell’intero parco ( la prima destinazione a verde pubblico fu ottenuta nel 1974). 

In  data 21 dicembre 2012 sono iniziati i lavori all’interno della villa. Il 1 febbraio 2013 il Comitato Villa Blanc – che ha operato sotto diverse forme fin dal 1973 per la conservazione e la fruizione pubblica della Villa – si è costituito formalmente in associazione.

A seguito delle numerose iniziative della cittadinanza, il 27 marzo 2013 è stata approvata all’unanimità in consiglio Comunale una mozione che impegnava il Sindaco e la Giunta uscenti a modificare il protocollo d’intesa con la LUISS per assicurare, tra l’altro,  l’apertura della intera area verde al pubblico tutti i giorni dall’alba al tramonto e la revisione dei parcheggi interni al parco non compatibili con i vincoli esistenti.

Sempre su pressione del Comitato  è stata votata dal Consiglio del nuovo Municipio II in data 3/10/2013 una mozione che impegna il Presidente e la Giunta Municipale, tra l’altro, a promuovere e accompagnare l’azione del Sindaco e della Giunta Comunale per verificare il permesso di costruire rilasciato alla LUISS e per ottenere l’apertura della Villa al pubblico dall’alba al tramonto tutti i giorni, in conformità al  dettato del PRG che definisce la sua destinazione a verde pubblico e servizi pubblici locali (art  85 delle NTA ).

Infine il 29/10/2013 è stata votata all’unanimità dal Consiglio Comunale  una mozione che impegna il Sindaco a rivedere la procedura con cui è stato autorizzato il progetto LUISS, a procedere alla revisione con il Comune e a mettere in atto i provvedimenti necessari ad assicurare: l’apertura dell’intero parco della Villa al pubblico dall’alba al tramonto; la fruizione pubblica del complesso come previsto dall’art. 85 delle Norme tecniche di Attuazione del Piano Regolatore (verde pubblico e servizi pubblici locali); eliminazione dei parcheggi all’interno del parco salvo una dotazione minima di servizio e riduzione al minimo della viabilità carrabile interna; sostituzione dei previsti muri di cinta con cancellate perimetrali.

La sentenza del TAR emessa il 27 novembre 2013 ha respinto il ricorso con una sentenza sommaria che non è entrata a pronunciarsi su molte delle questioni esposte e che ha travisato in particolare la interpretazione delle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore, per giustificare la creazione di un centro universitario  ( a cui sonono riservate aree di intersse urbano previste dall’articolo 84 ) in una area che invece era destinata espressamente a verde pubblico e servizi di interesse locale ( come previsto dall’art. 85).

Contro la sentenza del TAR Italia Nostra e gli altri ricorrenti hanno presentato appello al Consiglio di Stato il 26 maggio 2014.

Nell’Ottobre 2014 il Comitato ha presentato un esposto alla Procura contro l’irregolarità delle procedure rilasciate dal Dipartimento tutela ambientale e del verde del Comune di Roma, in base alle quali sono stati abbattuti oltre 71 alberi nel corso degli ultimi anni nel parco di Villa Blanc, nonostante sia protetto dal vincolo di zona boscata. In particolare si evidenziava che nelle autorizzazioni non era richiesto l’immediato reimpianto delle essenze abbattute, come di prassi in tutti gli altri permessi e la mancanza del piano di assetto definitivo del parco, che avrebbe dovuto essere approvatodalla Soprintendenza.  Anche se nel febbraio 2015 l’esposto è stato archiviato, nel Dicembre 2014 la LUISS ha finalmente presentato alla Soprintendenza il progetto di sistemazione del Parco, che, a tutt’oggi, è all’esame della Soprintendenza BAC.

Nel gennaio 2015 il Sindaco Marino, a seguito delle pressioni del Comitato, scrisse una lettera al Direttore Generale della LUISS per chiedere un incontro anche con i cittadini alfine di arrivare ad una soluzione equa del problema di Villa Blanc, senza però ottenere mai risposta.

L’udienza del Consiglio di Stato, fissata al 7 luglio 2015, nella quale il relatore prescelto dal Presidente per l’esposizione del caso aveva effettuato attività  di docenza in seminari e corsi organizzati dalla LUISS, venne rinviata anche per appurare la possibilità di un efficace intervento della Giunta Comunale a  risolvere il caso, intervento che però non si è mai verificato. In quell’occasione il Comitato Villa Blanc e i ricorrenti hanno lanciato un appello agli esponenti delle Istituzioni e della cultura, in particolare in ambito politico, giuridico e urbanistico, e alle associazioni dei cittadini impegnati attivamente nella difesa dei beni comuni, per  sostenere le motivazioni del ricorso al Consiglio di Stato.

Nell’ottobre 2015 il Comitato Villa Blanc ebbe notizia che la Soprintendente per il Comune di Roma, arch. Renata Codello, aveva trasmesso un parere alla Regione sul piano di assetto del parco proposto dalla LUISS e chiese l’accesso agli atti.

Solo nel marzo 2016, dopo aver vinto forti e ripetute resistenze burocratiche, il Comitato è venuto in possesso di tale parere della Soprintendenza, che confermava la suddivisione del parco in due con una recinzione interna per isolare l, nonostante sia tutelato come un unicum dai vincoli  di legge, e -con una formula sibillina – metteva in dubbio l’applicazione del vincolo di rispetto della configurazione preesistente del terreno nella aree del parco su cui non insite direttamente l’attività universitaria (All 1).

Nel maggio 2016 il Comitato ha incontrato ai massimi livelli  la Direzione Ambiente e l’area foreste della Regione Lazio. Nell’incontro il Comitato ha richiesto il rispetto del vincolo di are boscata che nel Piano Territoriale e Paesaggistico Regionale (PTPR) è riconosciuto a Villa Blanc.

Il parere ufficiale emesso dalla Direzione Regionale Ambiente del 11 luglio 2016  (All 2) e la successiva delibera della Direzione Urbanistica della Regione del 28 settembre 2016 ( All 3)– sulla base di un nuovo parere emesso dalla Soprintendenza SBAP per Roma- hanno approvato la sistemazione del parco.

Secondo questi provvedimenti, rispetto al progetto LUISS del 2015, sono stati ridotti o declassati ad aree di sosta momentanea alcuni parcheggi, ma rimane la recinzione che divide il parco in due. E’ stato inoltre autorizzato dalla Regione, in spregio del vincolo boscato da lei stessa imposto, l’abbattimento di un gran numero di alberi, al momento attuale  in accelerato svolgimento.

Questo abbattimento, giustificato formalmente per ripristinare il progetto originario eliminando la vegetazione infestante, sta rapidamente distruggendo un eco sistema prezioso  di 5 ettari di bosco ,  evolutosi nel corso di circa un secolo., invece di armonizzarlo con l’impianto originario ed elimina l’habitat naturale  di 57 specie diverse di uccelli,  oltre a numerosi mammiferi e rettili.

Non si ha notizia finora di nessun intervento da parte del Comune di Roma che pure è chiamato espressamente ad approvare le varianti introdotte dalla Regione al progetto originario per cui è stata rilasciata licenza nel 2011.

Al momento attuale la lotta del Comitato – confortato dall’appoggio di numerosi ambientalisti e uomini di cultura, da Antonio Cederna a Paolo Portoghesi,  Vittorio Emiliani, Vezio de Lucia e Paolo Maddalena- continua per assicurare ai cittadini, oltre al restauro dei valori architettonici,

– il rispetto delle disposizioni di legge

-la conservazione del  parco nella sua integrità spaziale – senza parcheggi e barriere interne- e ambientale, tutelando la biodiversità e l’habitat naturale

la fruizione completa di tutto il parco da parte dei cittadini tutti i giorni dall’alba al tramonto secondo gli orari delle ville comunali, come fatto in tutte le università sia pubbliche che private in Italia e all’estero.

A tal fine il Comitato ha chiesto alla nuova amministrazione Capitolina in data 1 dicembre 2016, di attuare le disposizioni del Piano Regolatore tuttora vigente, procedendo all’esproprio del Parco di Villa Blanc (All 4). Finora non è stata ottenuta alcuna risposta.

L’udienza del Consiglio di Stato si è svolta il 26 gennaio 2017 e si resta in attesa della sentenza.

Nel frattempo la LUISS , con il permesso della Direzione Ambiente – Area Foreste ha compiuto uno scempio di gran parte della residua vegetazione arborea, trasformando un polmone verde, prezioso per la salute di tutti, in una desolata area di parcheggi auto e cespuglietti di fiori ornamentali.